Gender pay gap: ecco le scadenze e gli adempimenti

Mar 27, 2025 | News

fonte articolo: www.zhrexpert.it

Con l’adozione della Direttiva (UE) 2023/970, l’Unione Europea ha introdotto una svolta normativa volta a rafforzare il principio della parità di retribuzione tra uomini e donne che svolgono un lavoro identico o di pari valore.

Scopo del provvedimento è quello di eliminare le discriminazioni di genere garantendo, in particolare, la trasparenza retributiva.

Le disposizioni della direttiva, che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 7 giugno 2026, riguardano sia i datori di lavoro privati che quelli pubblici.

Ad essere tutelati dalle nuove disposizioni sono sia i lavoratori in forza, sia i candidati ad un impiego.

Sono previsti, a carico dei datori di lavoro, nuovi obblighi informativi e di rendicontazione.

Tempi e scadenze

Come abbiamo visto, gli Stati membri devono recepire la direttiva entro il 7 giugno 2026, adottando le norme nazionali necessarie per conformarsi agli obblighi previsti.

Dall’entrata in vigore delle disposizioni, i datori dovranno essere in grado di rendere accessibili le informazioni riferite ai criteri utilizzati per determinare la retribuzione, i livelli retributivi e la progressione economica.

Viene introdotto, sempre a carico dei datori, anche l’obbligo di comunicare il divario retributivo tra lavoratori di sesso femminile e di sesso maschile.

La decorrenza dell’obbligo, sulle cui modalità di adempimento occorre attendere il provvedimento di recepimento della direttiva, sarà diversificata in base alle fasce dimensionali. In particolare, i datori di lavoro:

  • con oltre 250 lavoratori devono fare il primo invio entro il 7 giugno 2027 e successiva comunicazione con cadenza annuale.
  • da 150 a 249 lavoratori devono fare il primo invio entro il 7 giugno 2027 e successiva comunicazione ogni tre anni.
  • da 100 a 149 lavoratori devono fare il primo invio entro il 7 giugno 2031 e successiva comunicazione ogni tre anni.
  • con meno di 100 lavoratori possono provvedere su base volontaria, salvo diversi obblighi imposti dal legislatore nazionale.

Le informazioni da comunicare includono, tra l’altro, il divario retributivo medio e mediano di genere, il riconoscimento di variabili retributive o elementi complementari in base al genere, la distribuzione per quartile retributivo e le differenze tra categorie omogenee.

Nuove misure operative per i datori di lavoro

Il recepimento della direttiva renderà indispensabile, per i datori di lavoro, l’adozione di misure che garantiscano il rispetto dei nuovi obblighi.

Vediamo i principali aspetti a cui prestare particolare attenzione.

  • Trasparenza salariale in fase di selezione – obbligo di informare i candidati sul livello o fascia retributiva prevista e divieto di chiedere lo storico retributivo.
  • Criteri oggettivi per la determinazione e la progressione retributiva da rendere accessibili a tutti i lavoratori.
  • Diritto all’informazione – i dipendenti possono richiedere per iscritto i dati retributivi medi della propria categoria, disaggregati per genere.
  • Valutazione congiunta delle retribuzioni – scatta se, in una categoria di lavoratori, emerge un divario ≥ 5% che non sia motivato o corretto entro 6 mesi.
  • Sanzioni e rimedi – sono previste ammende efficaci e dissuasive, risarcimento integrale dei danni, inversione dell’onere della prova e strumenti collettivi per l’azione legale.

Per i datori di lavoro, quindi, nasce la necessità di analizzare le strutture retributive esistenti e di implementare i criteri retributivi neutri dal punto di vista del genere.

Occorre inoltre dotarsi di strumenti che garantiscano la capacità di raccogliere e comunicare dati sulle retribuzioni corrisposte, sulla base di report precisi e sempre aggiornati. Anche le policy e i contratti aziendali dovranno essere allineati ai nuovi obblighi.

Articoli recenti

Lavoro intermittente ancora ammissibile per le attività dell’elenco

L’INL, con la nota n. 1180/2025, ha chiarito che è ancora possibile stipulare contratti di lavoro intermittente, a prescindere dall’età del lavoratore, per le attività elencate nella tabella allegata all’abrogato R.D. n. 2657/1923. L’abrogazione del decreto da parte...

Malattie oncologiche: il congedo sale a 24 mesi

Il Senato ha approvato, nella seduta dell’8 luglio 2025, il testo del DDL 1430, recante disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti...

Rilasciata la versione 4.30.3 dell’allegato tecnico Uniemens

L’INPS ha pubblicato sul proprio sito la versione 4.30.3 dell’allegato tecnico Uniemens, datata 30 giugno 2025, nonché la versione 47.0 dei codici contratto della sezione “PosContributiva”. Per quanto riguarda l’allegato tecnico, le novità sono le seguenti: Appendice...

Bonus mamme, lo schema riepilogativo della misura

Il Ministero del lavoro, facendo seguito alla pubblicazione del d.l. n. 95/2025, che ha modificato la disciplina relativa al bonus mamme, ha fornito un utile schema riepilogativo della misura.

Integrato al minimo l’assegno di invalidità per i contributivi

La Corte costituzionale con la sentenza 94/2025  ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 comma 6 della legge 335/1995 che esclude il diritto all'integrazine al minimo per i nuovi iscritti dal 1996 in poi. Secondo i giudici costituzionali la norma...

Auto aziendali: nuove regole 2025 e regime transitorio

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 10 del 3 luglio 2025, ha illustrato la disciplina fiscale applicabile ai veicoli concessi come fringe benefit, come modificata dalla L. di Bilancio 2025 (Legge 207/2024) e dal decreto “Bollette” (D.L. 19/2025) per...

Lavoro sportivo: contratti a termine fino a otto anni

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 149 del 30/06/2025 è stato pubblicato il d.l. n. 96/2025, recante “Disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport”. L’art. 11 della norma,...