Molestie e violenze sul lavoro: un fenomeno in crescita

Mar 25, 2025 | News

fonte articolo: www.zhrexpert.it

INAIL dedica il periodico uscito a marzo 2025 ad un tema sempre più preoccupante per i numeri che stanno emergendo: quello delle molestie e delle violenze che avvengono sul posto di lavoro. Il fenomeno è diffuso, ma riguarda soprattutto alcune categorie di lavoratori.

Un problema di genere

Sono numerose le organizzazioni che stanno conducendo indagini sul fenomeno, ma un dato emerge chiaro da tutte: a essere vittime di violenza sono sempre più le donne.

Partendo dai dati sugli infortuni in occasione di lavoro, nel 2023 le aggressioni sono cresciute fino a 6813 casi: l’incremento rispetto all’anno precedente è stato:

  • +14,6% per le donne;
  • +3,8% per gli uomini.

Secondo il report uscito a luglio 2024 di Istat “Le molestie: vittime e contesto”, nel periodo 2022-2023 il 13,5% delle donne e il 2,4% degli uomini ha dichiarato di aver subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso dell’intera vita.

Risulta quindi chiaro che, all’interno di una valutazione dei rischi, questi pericoli non solo vanno considerati, ma devono rientrare in una valutazione in ottica di genere. Per approfondire, trovate il nostro l’approfondimento “La valutazione dei rischi e le differenze di genere”.

Secondo un’indagine condotta dall’organizzazione italiana We World su un campione rappresentativo di lavoratori e lavoratrici, le forme di violenza più diffuse sono:

  • Violenza verbale (56%);
  • Mobbing (53%);
  • Abuso di potere (37%).

Oltre alle donne, subiscono più spesso violenza verbale e psicologica i lavoratori più giovani (20-34 anni) e coloro che occupano ruoli di subordinazione.

Cosa emerge dall’analisi degli infortuni

Dai numeri spicca il settore della Sanità e dell’assistenza sociale, il più colpito. Infatti, delle vittime dell’Industria e servizi:

  • il 43% opera nel settore della Sanità e assistenza sociale;
  • il 15% nel Trasporto e magazzinaggio;
  • il 10% nel Noleggio e servizi di supporto alle imprese.

Nella Sanità e assistenza sociale si concentrano anche le violenze che colpiscono le donne, con ben il 70% di tutte le aggressioni subite da lavoratrici.

La maggior parte delle violenze, aggressioni, minacce sono esercitate da persone esterne all’azienda, come nel caso di rapine, di aggressioni ad autisti o a personale sanitario (61%), mentre gli episodi che avvengono fra colleghi sono in numero minore.

Questi infortuni nella maggioranza dei casi (90%) non comportano invalidità fisiche permanenti, ma le morti a seguito di aggressioni sul lavoro sono state 14 dal 2019 al 2023.

Vanno poi considerate le conseguenze psicologiche sui lavoratori: il 37% delle donne ha sperimentato il burnout dopo le violenze sul lavoro. Stress, ansia, depressione sono i problemi di salute lavoro-correlati più comuni per i lavoratori e le lavoratrici italiani ed europei. Nel focus sulle denunce di malattie mentali derivanti dal lavoro vediamo che in media ogni anno ci sono 400 nuovi casi.

La relazione INAIL riporta poi i dati sulle aggressioni da parte di animali, che riguardano diversi settori, dall’agricoltura all’allevamento, dalla sanità veterinaria alla gestione di parchi e riserve naturali. In molti casi le conseguenze sono gravi: nel 5% degli infortuni sono state riportate menomazioni permanenti significative. La maggior parte degli infortuni è dovuta a morsi di cani, non solo negli allevamenti e nelle prestazioni veterinarie, ma vengono aggrediti corrieri e postini, operatori della raccolta dei rifiuti e personale sanitario che effettua assistenza domiciliare.

Un dato significativo è quello delle morti causate da punture di insetto: sei decessi su nove avvenuti fra il 2019 e il 2023 a causa di aggressioni di animali sono dovuti a shock anafilattico a seguito di punture di imenotteri, come api, vespe e calabroni.

 

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