Cosa impariamo dalla strage di Calenzano (FI)

Dic 10, 2024 | News

fonte articolo: www.zhrexpert.it

L’esplosione al deposito Eni di Calenzano ha causato la morte di cinque persone e il ferimento di altre ventisei. L’incidente, avvenuto durante il caricamento di autocisterne, ha sollevato importanti questioni sulla sicurezza nei siti a rischio di incidente rilevante (RIR) e sull’efficacia dei sistemi di allarme pubblico. La gestione dell’emergenza ha evidenziato la necessità di piani di evacuazione ben definiti e di una stretta collaborazione tra le autorità locali. Le indagini sono in corso per determinare le cause esatte dell’esplosione e verificare il rispetto delle norme di sicurezza.

Cosa tratta:

L’obiettivo di questi approfondimenti puntuali non è fare cronaca, ma aggiornare e professionalizzare gli addetti alla sicurezza e salute italiani. Quindi è importante chiedersi sempre: cosa impariamo ?

L’altro impegno importante è non giudicare (da informazioni frammentarie e giornalistiche), situazioni complesse come i grandi incidenti sul lavoro.

In ambito giuridico, la strage è considerata un reato particolarmente grave perché non solo provoca la morte di molte persone, ma crea anche un senso di insicurezza e terrore nella collettività.

L’incidente:

In queste prime ore frenetiche di ricostruzione dell’ accaduto, le notizie sono sempre frammentate e molteplici. Stamani (martedì 10 dicembre 2024), i Vigili del fuoco hanno recuperato i corpi delle tre persone disperse dopo la devastante esplosione avvenuta lunedì nel deposito Eni di Calenzano, vicino Firenze. Il bilancio delle vittime sale così a cinque, mentre 26 persone risultano ferite, di cui 14 ancora ricoverate e due in condizioni gravi, come confermato dal presidente della Toscana, Eugenio Giani.

Le vittime dell’esplosione sono state identificate come :

  • Vincenzo Martinelli – 53 anni, (autista)
  • Carmelo Corso – 57 anni, (autista)
  • Gerardo Pepe e  Franco Cirelli (addetti alla manutezione – ditta esterna)
  • Davide Baronti – 49 anni. (autista)

L’identificazione ufficiale avverrà tramite l’esame del DNA.

L’incidente è avvenuto alle 10:21 di lunedì 9 Dic., all’interno del deposito che stocca e distribuisce benzina, gasolio e carburante per aerei di Calenzano, nelle immediate vicinanze della città di Firenze. Il boato è stato avvertito in tutta la provincia, tanto che molti hanno pensato a un terremoto. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha stimato una magnitudo equivalente a 0.9.

Le prime ricostruzioni propendono per una perdita di carburante durante il caricamento di autocisterne, avvallata da alcune testimonianze di lavoratori presenti, che hanno nel frattempo assunto grande rilevanza.

Il carburante ha trovato un innesco che ha provocato una esplosione.

L’esplosione ha dato origine ad un incendio e un’onda d’urto che ha distrutto finestre, vetri delle auto e controsoffitti di decine di edifici vicini. La stazione di rifornimento è crollata e una colonna di fumo nero, visibile a grande distanza, ha allarmato i residenti.

Tuttavia, l’ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha rassicurato che non ci sono rischi per la salute. Eni ha dichiarato che l’esplosione non ha coinvolto i serbatoi di carburante, ma solo l’area di carico, ora sotto sequestro della procura.

Diverse squadre di Vigili del fuoco sono intervenute da altre città e l’incendio è stato domato intorno alle 12. La Protezione Civile ha avvisato i residenti entro un raggio di 5 chilometri di non avvicinarsi e di restare al chiuso.

E’ stata chiusa l’autostrada A1 e la linea ferroviaria tra Firenze e Prato. Sono state evacuati tutti gli stabili nel raggio di 300 metri.

Per la prima volta, il sistema di allarme pubblico IT-Alert è stato attivato, segnalando il pericolo circa un’ora dopo l’esplosione. Il ritardo di un’ora ha creato molte polemiche. Il messaggio, inviato automaticamente a tutti i cellulari nel raggio di 5 chilometri, avvisava della presenza di sostanze pericolose. IT-Alert è rimasto attivo fino alle 16:00, garantendo che chiunque entrasse nell’area ricevesse l’avviso.

Le indagini sull’esplosione sono in corso e il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, si è recato sul posto subito dopo aver sentito il boato dal suo ufficio, distante pochi chilometri. Lo stabilimento è stato posto sotto sequestro, come normalmente avviene in questi casi, e si ipotizza il reato di omicidio colposo plurimo, con la possibilità di accuse più gravi.

I carabinieri della scientifica hanno recuperato il video delle telecamere di sorveglianza interne, che mostra l’ingresso dell’ultima autobotte nella pensilina di rifornimento pochi minuti prima dell’esplosione. Tuttavia, le immagini non chiariscono l’esatta origine del disastro.

Un testimone che risulta essere uno dei feriti, ha riferito di aver notato una perdita di liquido vicino al cavo dell’alimentazione del carburante e di aver sentito l’odore del combustibile poco prima dell’esplosione. Questa testimonianza sarà cruciale per le indagini.

Le prime ipotesi sullì’ innesco, riguardano dei lavori di manutenzione, visto che due dei deceduti, sono lavoratori di una azienda di manutenzione.

I Vigili del fuoco, insieme ai carabinieri del nucleo investigativo di Firenze e della compagnia di Signa, utilizzeranno un laser-scanner per effettuare rilievi tridimensionali e determinare il punto di partenza dell’esplosione. L’inchiesta si concentrerà sulla causa della perdita di carburante e sul rispetto delle norme di sicurezza.Il comune di Calenzano ha proclamato il lutto cittadino per lunedì e martedì, mentre la Regione Toscana ha indetto una giornata di lutto regionale per mercoledì. I sindacati hanno organizzato uno sciopero generale provinciale di quattro ore per mercoledì.

Martedì mattina, circa 500 persone hanno partecipato a un presidio di protesta fuori dalla raffineria Eni di Livorno, da cui i carburanti vengono inviati al deposito di Calenzano tramite due oleodotti.

Questa nuova strage solleva importanti questioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare dei siti R.I.R. ( a Rischio di Incidente Rilevante) e sulla gestione delle emergenze, temi che seguiamo con attenzione da sempre.

Cosa impariamo:

  1. Importanza  dei siti RIR : Questo evento conferma l’importanza della classificazione dei siti e la necessità di rigorosi controlli di sicurezza, specialmente in impianti ad alto rischio come quelli di stoccaggio di grandi quantitativi carburante.
  2. Efficacia dei sistemi di allarme: L’attivazione del sistema IT-Alert, seppure con notevole ritardo, ha dimostrato l’importanza di avere strumenti di allarme pubblico efficienti per avvisare rapidamente la popolazione in caso di emergenze. La tempistica di attivazione può e deve essere migliorata per garantire una risposta ancora più tempestiva.
  3. Procedure di emergenza: La gestione dell’emergenza ha evidenziato l’importanza di avere piani di evacuazione anche della popolazione in siti RIR e procedure di emergenza ben definite e comunicate ai lavoratori e ai residenti nelle vicinanze.
  4. Collaborazione tra enti: La cooperazione tra Vigili del fuoco, Protezione Civile, ARPAT e altre autorità locali è stata fondamentale per gestire l’incidente e minimizzare i rischi per la salute pubblica.
  5. Monitoraggio e manutenzione: La necessità di ispezioni regolari e manutenzione preventiva degli impianti industriali è cruciale per prevenire incidenti simili in futuro. L’ultima ispezione al deposito di Calenzano risale al 2021, evidenziando l’importanza di controlli periodici.
  6. ATEX : Le problematiche ATEX, relative alla prevenzione delle esplosioni in ambienti con atmosfere potenzialmente esplosive, sono spesso sottovalutate sia dagli utenti che dagli addetti ai lavori, anche a causa della complessità della materia e della relativa normativa. La scarsa consapevolezza e formazione su queste normative può portare a gravi incidenti, come dimostrato anche da questo evento. È essenziale promuovere una maggiore attenzione e conoscenza delle direttive ATEX, implementando valutazioni dei rischi, procedure, istruzioni operative e rigorosi controlli di sicurezza e manutenzione preventiva per proteggere la vita umana e l’ambiente. In ambiente ATEX, un singolo errore, si paga con la vita di molte persone.
  7. La manutenzione. A Brandizzo erano lavori sui binari. A Suviana erano operazioni di manutenzione all’ impianto. A Casteldaccia erano manutenzioni della rete fognaria. A Calenzano dalle prime indagini sommarie e dalla ridda di notizie di stampa, sembra si svolgessero operazioni di manutenzione, durante le operazioni di carico carburanti. Inutile sottolineare che il filo comune è la manutenzione, effettuata da ditte esterne, spesso velocemente, in ambienti critici (Binari in notturna, ambienti confinati, zone ATEX, ecc.). E’ importante capire che la manutenzione è vitale per la sicurezza, ma che i manutentori sono i primi che devono lavorare in sicurezza, conoscere e valutare i rischi, non operare in condizioni palesemente al di fuori delle norme. Non esiste vera sicurezza senza manutenzione. Ma la manutenzione deve essere fatta in sicurezza.

 

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