Acrilonitrile: un pericolo silenzioso nei luoghi di lavoro

Gen 29, 2025 | News

fonte articolo: www.zhrexpert.it

L’acrilonitrile (ACN) è una sostanza chimica utilizzata in vari settori industriali, molto poco conosciuta, ma che rappresenta un grave rischio per la salute dei lavoratori. Recentemente riclassificato come cancerogeno per l’uomo dall’IARC, l’ACN è altamente infiammabile e tossico, con effetti dannosi sia per inalazione che per contatto cutaneo. Le nuove direttive europee stabiliscono limiti di esposizione più stringenti e promuovono il monitoraggio biologico per garantire la sicurezza sul lavoro. È essenziale che le aziende adottino queste misure per proteggere la salute dei dipendenti e ridurre i rischi associati all’esposizione all’ACN.

Cosa tratta:

L’acrilonitrile (ACN), noto anche come cianuro di vinile, è una sostanza chimica ampiamente utilizzata nell’industria, ma con gravi implicazioni per la salute dei lavoratori. Recentemente, l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha aggiornato la classificazione dell’ACN, passando dal gruppo 2B (sospetto cancerogeno per l’uomo) al gruppo 1 (cancerogeno per l’uomo), come riportato nella rivista Lancet Oncology.

Questo cambiamento sarà ufficializzato nella monografia 136 dell’IARC, prevista per il 2025.

L’ACN è un liquido dall’odore pungente, altamente infiammabile, sensibile alla luce e molto reattivo. È incline alla polimerizzazione spontanea e può formare cianuro, con rischio di esplosione quando viene a contatto con sostanze come bromo, cloro e basi forti. Viene utilizzato principalmente : 

  • Industria della plastica (come nel caso del stirene-acrilonitrile, SAN),
  • Gomma butilica (acrilonitrile-butadiene-stirene, ABS),
  • Tessile
  • In passato, anche come pesticida.
  • Prodotti chimici di laboratorio
  • Apparecchi meccanici ed elettronici.

Il rilascio di ACN nell’ambiente può avvenire durante la produzione di materiali termoplastici o da materiali di lunga durata come quelli da costruzione. Inoltre, l’ACN è un composto organico volatile (COV), contribuente agli inquinanti atmosferici, con effetti negativi sulla salute. Anche il fumo di tabacco è una fonte significativa di esposizione ai COV.

L’ACN rappresenta un grave rischio per la salute nei luoghi di lavoro. L’esposizione può avvenire per inalazione, contatto con la pelle o ingestione. Gli operai coinvolti nella produzione di fibre, resine e polimeri, in particolare quelli che lavorano con gomma nitrilica, rivestimenti, adesivi e fibre acriliche, sono particolarmente a rischio. Secondo il regolamento CLP, l’ACN è classificato come:

  • cancerogeno (H350)
  • tossico per inalazione (H331),
  • contatto con la pelle (H311)
  • ingestione (H301).
  • Può causare irritazione delle vie respiratorie (H335),
  • Può causare irritazione della pelle (H315),
  • reazioni allergiche cutanee (H317)
  • gravi lesioni oculari (H318).

Gli effetti avversi dipendono dalla dose, durata e tipo di esposizione, manifestandosi con irritazione dei tessuti e tossicità sistemica.

Normative e Classificazioni

Secondo il regolamento (CE) n. 1272/2008 (Classification, Labelling, Packaging – CLP), l’ACN è classificato come cancerogeno di categoria 1B, basato principalmente su studi condotti su animali. Questa classificazione implica che l’ACN è considerato un agente cancerogeno ai sensi della direttiva 2004/37/CE (CMD – Carcinogenic Mutagenic Directive), che protegge i lavoratori dai rischi derivanti dall’esposizione a agenti cancerogeni o mutageni.

La direttiva (UE) 2022/431 (CMRD – Carcinogens, Mutagens and Reprotoxic substances Directive), recepita in Italia con il D.lgs. 135/2024, introduce ulteriori misure di protezione per i lavoratori esposti all’ACN. Questa direttiva stabilisce valori limite di esposizione occupazionale sia a lungo che a breve termine, e riconosce la capacità dell’ACN di penetrare attraverso la pelle e causare sensibilizzazione cutanea.

Monitoraggio

Il monitoraggio dell’esposizione all’ACN è cruciale per garantire la sicurezza dei lavoratori. Il d.lgs. 135/2024 introduce il Valore Limite di Esposizione Professionale (VLEP) per l’ACN, specificando i limiti per un periodo di riferimento di 8 ore e per esposizioni di breve durata di 15 minuti (Short Term Exposure Limit – STEL). Il monitoraggio ambientale viene effettuato prelevando campioni d’aria all’altezza dell’apparato respiratorio del lavoratore e confrontandoli con i VLEP stabiliti.

Nella Direttiva CMRD, il Comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro (CCSS), insieme al Comitato per la valutazione dei rischi (RAC) dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), ha riconosciuto l’importanza del monitoraggio biologico per l’ACN.

Questo monitoraggio misura i livelli di esposizione interna attraverso indicatori biologici di dose e di effetto, fornendo informazioni sulle variazioni biologiche causate dall’esposizione.

Tra gli indicatori di dose, il CEMA è il principale prodotto tra gli acidi mercapturici escreti nelle urine dopo l’esposizione ad ACN, considerato un biomarcatore a breve termine. Il CNEO, responsabile delle proprietà cancerogene dell’ACN, è monitorato attraverso i suoi metaboliti CHEMA e HEMA. Il fumo di tabacco, inclusivo del fumo passivo, è una fonte significativa di esposizione non occupazionale all’ACN. Il CEMA è presente nel fumo di sigaretta, ma non nei prodotti non combusti come le sigarette elettroniche, permettendo di distinguere tra diverse categorie di fumatori. L’esposizione all’ACN aumenta lo stress ossidativo, con un ruolo nelle malattie cardiovascolari.

Conclusioni

Il monitoraggio biologico dell’ACN e la necessità di fissare valori limite biologici a livello comunitario sono rilevanti, considerando le disposizioni del d.lgs. 135/2024. Gli indicatori biologici di dose per l’ACN possono discriminare l’apporto determinato dall’abitudine tabagica, un importante fattore di confondimento. Gli indicatori di effetto possono essere utili per valutare lo stress ossidativo indotto dall’esposizione all’ACN. I risultati del monitoraggio biologico, in sinergia con quelli del monitoraggio ambientale, permetterebbero di documentare gli effetti avversi dell’esposizione, indirizzando la sorveglianza sanitaria verso azioni preventive e correttive.

 

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