Due bias importanti per la sicurezza: incompetenza travestita da consapevolezza.

Nov 14, 2024 | News

fonte articolo: www.zhrexpert.it

L’Effetto Dunning-Kruger, descrive la tendenza delle persone a sopravvalutare le proprie competenze, ha implicazioni significative per la sicurezza sul lavoro. Questo bias cognitivo può portare alla sottovalutazione dei rischi e alla mancata consapevolezza dei propri limiti, aumentando il pericolo di incidenti. Parallelamente, la sindrome dell’impostore, caratterizzata dalla paura di essere smascherati come incompetenti nonostante il successo, può causare comportamenti iperprotettivi o, al contrario, una mancanza di aderenza alle linee guida di sicurezza. Entrambi i fenomeni evidenziano l’importanza della consapevolezza e del feedback per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Cosa tratta :

Un episodio spesso richiamato anche nei convegni è più illuminante di mille parole. Nel 1995, un uomo rapinò due banche in rapida sequenza, in pieno giorno a Pittsburgh, senza alcun travestimento. McArthur Wheeler, il rapinatore, credeva che il succo di limone, usato come “inchiostro invisibile”, lo avrebbe reso invisibile alle telecamere di sicurezza. Quando la polizia lo arrestò e gli mostrò i video di sorveglianza, Wheeler rimase incredulo. Non era né pazzo né sotto l’effetto di droghe, ma solo vittima di un infantile errore cognitivo.

Questo episodio attirò molto l’attenzione dello psicologo David Dunning della Cornell University di Ithaca nello stato di New York che insieme al suo studente Justin Kruger, decise subito di studiare approfonditamente il fenomeno. I loro esperimenti, nel tempo diventati estremamente famosi, rivelarono che molte persone tendono a sopravvalutare le proprie capacità in vari ambiti, sociali e intellettuali.

Il fenomeno oggi noto come “Effetto Dunning-Kruger”, diventa molto importante se visto in ottica salute e sicurezza. Dunning e Kruger condussero una serie di esperimenti coinvolgendo studenti e persone comuni. I risultati mostrarono che quasi tutti tendono a valutare le proprie competenze in modo eccessivamente positivo.

Questo pregiudizio cognitivo, definito “illusione della competenza”, porta le persone a credere di essere più competenti di quanto non siano realmente e può portare ad esempio, alla sottovalutazione dei rischi presenti nei luoghi di lavoro.

Un esempio moderno di questo effetto si può osservare molto bene, nei vari talent show televisivi (e nelle successive trasmissioni satiriche). Molti partecipanti, estremamente convinti delle proprie capacità, rimangono increduli quando vengono respinti dai giudici.

Questo dimostra quanto l’illusione di superiorità possa ingannare.

Uno studio ha rilevato che l’80% degli automobilisti (così come dei motociclisti), si ritiene al di sopra della media, una cosa statisticamente impossibile e che potenzialmente può in parte spiegare la continua sopravalutazione delle proprie capacità di guida e dei relativi morti sulle strade.

Ma soprattutto questo dimostra che l’incompetenza non solo porta a conclusioni errate, ma priva anche della capacità di riconoscere i propri errori, impedendo in questo modo, qualsiasi tipo di miglioramento.

Nei primi minuti dei corsi di guida sicura, o di guida difensiva, gli istruttori sono addestrati per attirare l’attenzione dichiarando ai discenti “voi non siete capaci di guidare, malgrado ne siate convinti”,  e poi passano le restanti sette ore a smontare tutti i luoghi comuni e le cattive abitudini di ogni driver che partecipa ai corsi di guida ed a dimostrare che realmente non sapevano guidare correttamente.

Negli esperimenti di Dunning e Kruger, gli studenti più bravi riuscivano a prevedere meglio i propri risultati futuri dopo aver ricevuto feedback sui loro punteggi. Al contrario, quelli con i risultati peggiori non mostravano segni di consapevolezza, nonostante le chiare comunicazioni ricevute. La cosa può essere facilmente paragonata con gli infortuni in stabilimento. I registri sono pieni di casi ricorrenti (come gli studenti peggiori), a fronte di persone che pur svolgendo lavori pericolosi vanno in pensione senza essersi mai infortunati (studenti migliori).

Il problema può diventare molto importante, quando chi ne sia affetto, ricopre posizioni manageriali e/o di responsabilità HSE, perché spesso e volentieri, non ricevono gli adeguati feedback di cui avrebbero bisogno per fare bene.

La Consapevolezza, cardine della safety.

I segnali sono chiari da secoli. Confucio scrive intorno al 500 a.c. : “La vera conoscenza sta nel conoscere il livello della propria ignoranza”.

Darwin nella metà del 1800 conferma : “L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza”.

Anche le persone più intelligenti possono sottostimare le proprie capacità, credendo che ciò che è facile per loro lo sia anche per gli altri. Ed arriviamo ad un altro concetto, per molti versi collegato ma opposto, sempre con il focus alla salute ed alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche in questo caso, seppure con toni diversi affrontiamo le criticità relative alla mancanza di consapevolezza situazionale.

Parliamo della sindrome dell’impostore, teoria che è stata coniata alla fine degli anni settanta dello scorso secolo, dalle psicologhe Clance e Imes e descrive una condizione psicologica peraltro molto diffusa tra le persone di successo.

Chi ne soffre non riesce a interiorizzare i propri successi e vive con il costante timore di essere smascherato come “impostore”. Nonostante le evidenti dimostrazioni di competenza, queste persone attribuiscono i loro successi a fattori esterni come la fortuna o il tempismo, piuttosto che alle proprie capacità. Questo fenomeno è particolarmente comune tra le persone in posizioni sociali e lavorative di rilievo (e di responsabilità).

Il paradosso della sindrome dell’impostore risiede nel fatto che, indipendentemente dal successo raggiunto, queste persone si sentono sempre immeritevoli.

La sindrome dell’impostore è spesso associata a bassi livelli di autostima e sensazioni di inadeguatezza. Le persone affette da questa sindrome tendono a perseguire standard elevati non per autentico interesse, ma per evitare di essere smascherate.

Questo atteggiamento perfezionista impedisce loro di provare soddisfazione o gratificazione personale, rendendo impossibile colmare il divario tra la percezione di sé e i riconoscimenti ottenuti.

Non riescono a interiorizzare le proprie capacità e successi, vivendo con la sensazione di ingannare gli altri.

In termini di salute e sicurezza, può avere riflessi iperprotettivi, perché il lavoratore potrebbe proteggersi oltre il necessario, o paradossalmente lavorare in assenza di linee guida definite a causa della scarsa consapevolezza. Chi ne soffre teme costantemente di essere smascherato e di perdere tutto ciò che ha costruito (anche in termini di safety chiaramente).

Ogni prova diventa fonte di angoscia, poiché potrebbe rivelarsi decisiva per decretare la loro “vera natura”. Il problema può diventare molto importante, quando chi ne sia affetto, ricopre posizioni manageriali e/o di responsabilità HSE.

Ad oggi la sindrome dell’impostore non è ancora stata riconosciuta tra i disturbi mentali nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), ma è stata oggetto di numerosi studi psicologici. Nonostante non sia una diagnosi ufficiale in psichiatria, la sindrome dell’impostore può causare grande sofferenza. Tradizionalmente veniva vista come un tratto della personalità, ad oggi invece viene interpretata anche come una reazione a specifici stimoli ed eventi.

Il timore di essere smascherati può portare a evitare specifiche mansioni o sfide lavorative, limitando le proprie possibilità. Questo fenomeno ha un impatto significativo sulla qualità della vita, generando timore del giudizio, confronto costante con gli altri, paura del fallimento, perfezionismo, rimuginio e ruminazione su errori passati o futuri. Gli errori, anche minimi, generano severe colpevolizzazioni e ansia, fino a sviluppare sintomi depressivi.

A chiudere

L’Effetto Dunning-Kruger, rappresenta quindi un bias cognitivo che porta le persone a sopravvalutare le proprie competenze, possa avere gravi implicazioni per la salute e la sicurezza sul lavoro perché molte persone tendono a sovrastimare le proprie capacità, sottovalutando i rischi. Questo può portare a incidenti sul lavoro, dove la consapevolezza dei propri limiti è cruciale per la sicurezza.

Un altro bias cognitivo che ha altrettanti risvolti nella safety,  è la sindrome dell’impostore, dove individui competenti non riescono a riconoscere i propri successi, attribuendoli a fattori esterni. Questo può portare a comportamenti iperprotettivi o, al contrario, a una mancanza di aderenza alle linee guida di sicurezza. Entrambi i fenomeni sottolineano l’importanza della consapevolezza e del feedback continuo per migliorare la sicurezza sul lavoro e prevenire incidenti.

L’effetto Dunning-Kruger può essere considerato l’opposto della “Sindrome dell’Impostore”. Mentre quest’ultima porta le persone competenti a dubitare delle proprie capacità, l’effetto Dunning-Kruger fa sì che gli incompetenti sopravvalutino le proprie. Il trucco è non farsi ingannare dalle illusioni di superiorità e imparare a valutare accuratamente la propria competenza. In un mondo dove l’autocritica è spesso generosa, è fondamentale riconoscere i propri limiti per poter crescere e migliorare.

Indicazioni operative :

Dunning-Kruger

Contrastare l’Effetto Dunning-Kruger richiede un approccio consapevole e continuo. Ecco alcune strategie efficaci:

Autovalutazione Obiettiva: Incoraggiare una valutazione realistica delle proprie competenze. Questo può essere fatto attraverso test di autovalutazione e confrontando i propri risultati con standard oggettivi.

Feedback Costruttivo: Cercare attivamente feedback da colleghi, superiori o esperti nel campo. Il feedback esterno può aiutare a identificare aree di miglioramento che potrebbero non essere evidenti.

Formazione Continua: Investire nella formazione e nell’aggiornamento delle proprie conoscenze. Partecipare a corsi, workshop e seminari può aiutare a mantenere le competenze aggiornate e a riconoscere i propri limiti.

Umiltà Intellettuale: Coltivare un atteggiamento di apertura e umiltà verso l’apprendimento. Riconoscere che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare può aiutare a mitigare l’illusione di superiorità.

Mentorship e Coaching: Lavorare con un mentore o un coach può fornire una prospettiva esterna e aiutare a sviluppare una comprensione più accurata delle proprie competenze.

Consapevolezza dei Bias Cognitivi: Educarsi sui bias cognitivi, incluso l’Effetto Dunning-Kruger, può aiutare a riconoscere e correggere questi errori di giudizio.

Sindrome dell’ impostore

Un HSE manager può adottare diverse strategie per contrastare la sindrome dell’impostore e promuovere un ambiente di lavoro più sano e sicuro. Ecco alcune soluzioni pratiche:

Promuovere una Cultura del Feedback: Incoraggiare un ambiente in cui il feedback costruttivo è regolare e ben accetto. Questo aiuta i dipendenti a riconoscere i propri successi e a migliorare continuamente.

Mentorship e Coaching: Offrire programmi di mentorship e coaching per supportare i dipendenti nel loro sviluppo professionale. Un mentore può fornire una prospettiva esterna e aiutare a costruire la fiducia in sé stessi.

Formazione e Sviluppo: Organizzare corsi di formazione che includano sessioni su autostima e gestione dello stress. La formazione continua aiuta i dipendenti a sentirsi più competenti e sicuri delle proprie capacità.

Riconoscimento dei Successi: Implementare sistemi di riconoscimento per celebrare i successi dei dipendenti, grandi e piccoli. Questo può includere premi, menzioni speciali o semplici ringraziamenti pubblici.

Creare un Ambiente di Supporto: Favorire un ambiente di lavoro inclusivo e di supporto, dove i dipendenti si sentano liberi di esprimere le proprie preoccupazioni senza timore di giudizio.

Promuovere l’Auto-Consapevolezza: Incoraggiare i dipendenti a tenere un diario dei propri successi e a riflettere sulle proprie competenze. Questo può aiutare a contrastare i pensieri negativi e a riconoscere il proprio valore.

Bilanciare Lavoro e Vita Privata: Promuovere un equilibrio sano tra lavoro e vita privata per ridurre lo stress e il burnout, che possono aggravare la sindrome dell’impostore.

Implementando queste strategie, un HSE manager può aiutare a creare un ambiente di lavoro più positivo e sicuro, dove i dipendenti si sentono valorizzati e competenti.

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